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«Con il suo intelligente lavoro di scavo, Jonas Marti ci ha regalato un baedecker indispensabile per ogni luganese curioso e culturalmente avvertito» (Azione)

«Limmediatezza di unEnciclopedia del Rock e la serietà di un libro di storia» (LaRegione)

«Tesori nascosti, misteri e segreti, curiosità e sorprese... È la Lugano che non ti aspetti quella che emerge dalle pagine del libro di Jonas Marti» (Rivista di Lugano)

«Un’agile guida ricca di curiosità» (Corriere del Ticino)

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Lo sapevate che anche Lugano ha la sua Statua della Libertà? E che sul lago si sono combattute sanguinose battaglie navali? Durante la pandemia di peste, il centro fu recintato con invalicabili assi di legno. L’undicesimo papa di Roma era mezzo siriano e mezzo luganese. La parola “mucca” nasce in Piazza Indipendenza. Non solo: sotto la città scorrono fiumi segreti, in una chiesa c’è una Madonna che lancia bombe ed esiste pure un misterioso ed antico “alfabeto di Lugano”.

 

Un appassionante viaggio a Lugano e dintorni, alla scoperta di luoghi, vite e vicende insolite e sconosciute. Un libro prezioso che getta un nuovo sguardo su una città inaspettata.

DALL'INTRODUZIONE

«Lugano è una straordinaria pepinière», diceva il poeta Eugenio Montale. E aveva ragione. Lugano è davvero un meraviglioso semenzaio, una città prodiga di sorprese, uno scrigno pieno di tesori posto nel centro dell’Europa, dove la forza d’attrito tra le due anime del continente, il Nord e il Sud, ha scatenato più che altrove le sue energie più profonde. Fin dai tempi remoti, la città più grande della Svizzera italiana ha visto germogliare molti semi: l’affascinante melting pot tra Celti ed Etruschi, il contatto fecondo tra gli agguerriti pastori della Svizzera primitiva e la civiltà italiana nata dal Mediterraneo, l’accoglienza di perseguitati ed esuli provenienti da ogni dove...

 

A Lugano ciascuno di questi incontri e di questi scontri ha lasciato tracce, talvolta nascoste nelle pieghe del passato, spesso presenti negli spigoli delle vie e nei villaggi che la circondano. Passeggiando per la città e nei suoi dintorni, insinuandosi nei pertugi, interrogando rovine, alberi, opere d’arte, strade, si possono ancora incontrare antiche presenze, indizi, segni rivelatori, epifanie di una storia ricca ed intensa, che ha contribuito a costruire il presente in cui siamo immersi. Smentendo così il grande e diffuso malinteso di cui Lugano è ancora oggi vittima: considerata una piccola città ai margini della grande Storia, si ritiene la sua storia poco affascinante. E se nel migliore dei casi il suo passato è ignorato, nel peggiore continua a essere spazzato via in una cieca corsa verso non si sa cosa, seppellito sotto i soliti cumuli di macerie.

 

Lugano la bella sconosciuta è un invito a cambiare prospettiva e osservare con maggiore attenzione il territorio che ci circonda, con la curiosità e l’attenzione che solitamente riserviamo ai luoghi che visitiamo in occasione di un viaggio. Esplorando il Luganese, ho cercato di girare la chiave nella serrature della storia e di aprire le stanze più nascoste. Perché sotto la dura scorza del nuovo che avanza, le tracce di questa ricchezza millenaria si svelano ancora a chi vuole vedere. Scriveva Marcel Proust: «Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi». Aveva ragione pure lui.

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